Il mal di schiena è un sintomo molto comune, più o meno grave e invalidante a seconda dei casi, che viene spesso sopportato finchè il dolore non diventa acuto e insopportabile.
La prima cosa da fare se si soffre di mal di schiena è rivolgersi al proprio medico curante che vi saprà dare una cura di primo livello.
Qualora il dolore sia persistente il medico curante saprà indicare uno specialista, in grado di diagnosticare con esattezza la patologia che causa il dolore e che prescriverà la terapia più corretta per risolverlo.
Considerato che il mal di schiena è un sintomo comune a tantissime patologie, molto diverse fra loro, è quasi sempre opportuno eseguire indagini di approfondimento ma esclusivamente su prescrizione medica, infatti è in base agli elementi della visita medica che lo specialista decide quale accertamento è più opportuno prescrivere (RX, TC, RMN, EMG analisi ematiche ecc.)
In questi casi risulta di fondamentale importanza l’approccio terapeutico integrato per il dolore, la causa della patologia ed l’impotenza funzionale.
Quando il dolore diventa invalidante
Il dolore alla schiena può essere molto invalidante e limitare i pazienti anche nelle piccole attività quotidiane, peggiorando nettamente la qualità di vita.
L’obiettivo del medico specialista in Fisiatria, è proprio quello di capire la causa del dolore e dei sintomi e prescrivere ed eseguire la cura della sintomatologia più adatta a risolvere il singolo caso.
A volte è più indicato e già risolutivo, seguire un’adeguata terapia farmacologica e riabilitativa.
In altri casi è più opportuno sottoporsi a pratiche mininvasive come le infiltrazioni ed i trattamenti di Ozonoterapia, in grado di eliminare del tutto il dolore avvertito, senza particolari rischi e controindicazioni.
Superata la fase acuta, la riabilitazione ha inoltre il compito di recuperare la libertà di movimento persa e mantenerla mediante degli esercizi specifici.
L’ozonoterapia è Il trattamento mininvasivo, impiegato in particolar modo per l’ernia del disco, i cui benefici sono stati ampiamente riconosciuti dalla comunità scientifica.
Questa pratica è sempre più diffusa grazie alla riduzione dell’infiammazione, del dolore e della limitazione dei movimenti.
Solo in pochissimi casi è necessario ricorrere al trattamento chirurgico, la cui attuale indicazione assoluta resta solo nei casi di deficit motori (paralisi o paresi importante).